domenica 2 giugno 2013

MARX

Per Marx l' alienazione indica il processo che si verifica nel sistema di produzione capitalistico per cui il prodotto del lavoro si pone di fronte al lavoratore come estraneo e il lavoro lungi dall' essere realizzazione dell' uomo è alienazione e espropriazione (lavoro alienato). E' questa la tesi del giovane Marx: il lavoratore è alienato da sè stesso, dal prodotto del suo lavoro, dalla società veneratrice del denaro, da tutte quelle istituzioni sociali - famiglia, morale, legge, governo - che lo costringono al servizio del dio denaro e si allontana dal realizzare la sua potenzialità creativa. Nel Marxismo più maturo, l' alienazione è espressa attraverso la divisione del lavoro e delle sue molte ramificazioni.
L' alienazione in termini esistenzialistici è in questa considerazione: a prescindere dal proprio essere cosciente, tutto il resto è alterità da cui si è alienati. Siamo costretti in un mondo di cose che ci appaiono opache e che non riusciamo a capire. In più la stessa scienza ci ha alienato dalla natura con il suo sommergerci di concetti altamente specializzati e resi matematici e, leggi, teorie e tecnologie che sono incomprensibili ai non specialisti ed ai profani; questi prodotti della scienza adesso stanno tra noi e la natura. Inoltre la rivoluzione industriale ha alienato l'operaio dal prodotto del suo lavoro, rendendolo una componente meccanica del sistema produttivo, come ci insegna Marx. Noi siamo pure alienati dalle istituzioni umane - dal governo burocratico, sia a livello nazionale che locale, dai partiti politici, dalle imprese multinazionali, dalle organizzazioni religiose nazionali - esse sembrano enormi ed impersonali fonti di potere aventi vita propria. Come individui noi non sentiamo né di esserene parte di né possiamo capire come funzionano. Noi viviamo alienati dalle nostre stesse istituzioni. Inoltre, dicono gli esistenzialisti, noi siamo esclusi dalla storia. Non abbiamo più il senso delle nostre radici in un passato significante né vediamo muoverci verso un futuro significante. Come risultato, noi non apparteniamo né al passato, al presente o al futuro.
E per ultimo punto, forse il più penoso, l'esistenzialismo evidenzia che tutte le nostre relazioni personali sono avvelenate da sentimenti di alienazione dall' "altro". L'alienazione e l'ostilità nascono all'interno delle famiglie tra genitori e figli, tra marito e moglie, tra i figli stessi. L'alienazione infetta tutte le relazioni sociali e lavorative e, più crudelmente, essa domina i rapporti sentimentali.

giovedì 30 maggio 2013

NIETZSCHE

Quando parliamo dell' "ateismo" di Nietzche parlando della cosidetta morte di Dio, parte fondamentale del suo concetto di nichilismo, con il nome di Dio (anche con la maiuscola) il filosofo non intende il Dio cristiano e nemmeno vuole riferirsi ad uno dei 72 nomi diversi che fanno riferimento ad un'essenza o essere o quel che si voglia superiore alla natura umana ed appartenente a quella divina. Con Dio in Nietzche ci si riferisce a quell'insieme di miti che hanno tenuto in piedi la società umana nel corso dei secoli e dei millenni. Con miti si intende a sua volta l'insieme di false credenze, favolette e così via che hanno tentato di creare gli uomini per sfuggire dalla loro condizione di ignoranza. Questa decadenza generale (rimarcata anche dalla presenza di una morale nella società umana, quindi una serie di comportamenti ritenuti tollerabili e che vanno a mascherare l'essenza stessa dell'uomo, quasi ce ne vergognassimo) che porterà alla dissoluzione dell'umanità è però segnata da un percorso di chiarificazione: grazie al progresso tecnico scientifico l'uomo si libera di tutte le menzogne che sono state lui propinate per lunghissimo tempo. Tuttavia l'idea di Dio (inteso secondo qualisasi accezione, da insieme di favole a entità superiore) non è stata negativa. L'idea di avere un Padre forte giusto e benevolo che si prendesse cura di noi o di riuscire a dare una spiegazione, anche fallace, al mondo che ci circonda, è riusita a preservare l'essere umano nel tempo e a sorreggerlo in quel periodo in cui era ancora troppo debole per cavarsela da solo.

mercoledì 22 maggio 2013

“IL PERTURBANTE” Freud




Perturbante è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo(a ciò che ci è familiare), è stato detto anche da Schelling (Unheimlich è tutto ciò che avrebbe dovuto rimanere, celato, nascosto e che invece è affiorato).
Analisi del termine (dal vocabolario tedesco dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm):
Heimlich    = familiarità, agio + nascondere, tener celato
Unheimlich= contrario del primo significato(familiarità, agio) ma non del secondo (nascondere, tener celato).
Il termine Heimlich sviluppa il suo significato in senso ambivalente: da una parte significa “natale”, “domestico”, “familiare” e dall’altra sviluppa il significato di “sottratto da occhi estranei”, “segreto”, “celato”, “nascosto”,  “pericoloso”. 

Per cui il termine Heimlich sviluppa in senso ambivalente il suo significato fino a coincidere con il suo contrario (Unheimlich).

Senza tenere conto della parte estetica per Freud è Perturbante:
·       Recedere a determinate fasi che il sentimento dell’Io ha percorso durante la sua evoluzione in cui non erano nettamente tracciati i confini tra Io e il mondo esterno o tra l’Io e gli altri ;

es la figura del “sosia” ossia l’identificazione del soggetto con un’altra persona che fa sì che dubiti del proprio Io e lo sostituisca con quello dell’altra persona estranea. Inizialmente la figura del sosia (tempi antichi) era nata come difesa contro la scomparsa dell’Io, una “smentita del potere della morte” (Otto Rank). Il primo sosia è l’anima immortale. Col passare del tempo ha perso il suo significato originale e da assicurazione di sopravvivenza è diventato un sentimento perpetuo di morte (tendenza difensiva mediante la quale esso viene proiettato fuori dall’Io come qualcosa di estraneo).
Il carattere perturbante del sosia deriva dal fatto che il sosia stesso è una formazione appartenente a tempi psichici remoti e ormai superati nei quali aveva comunque un significato più amichevole;

·       La coazione a ripetere
La coazione a ripetere, ovvero coercizione a compiere ripetutamente le stesse azioni, è il principio per cui una persona cerca di superare qualcosa di irrisolto che affonda le radici nel remoto passato, rimettendosi nelle identiche circostanze che provocarono quell’antica difficoltà.
Nell’inconscio psichico è riconoscibile il predominio di una coazione a ripetere che procede dai moti pulsionali: dipende dalla natura più intima delle pulsioni stesse e attribuisce a determinati aspetti della vita un carattere demoniaco;

·       Animismo (principio dell’onnipotenza dei pensieri)
Tutti hanno vissuto una fase che coincide con quella animista, quindi ciò che oggi ci conferma l’onnipotenza dei pensieri può essere perturbante anche se crediamo di esserci distolti da essi. L’animismo è qualcosa di familiare alla vita psichica fin dai tempi antichissimi e da esse estraniatasi soltanto in seguito ad un processo di rimozione;

·       Relazione con la morte
Questo è l’unico ambito in cui il modo di pensare e di sentire delle persone è cambiato molto poco dai tempi primordiali(forte timore primitivo nei confronti dei morti). Questo stallo è dovuto dalla forza delle reazioni originarie e dalla scarsa certezza delle conoscenze originarie (idea di mortalità estranea al nostro inconscio);

·       Magia
Un uomo vivo può essere perturbante se gli attribuiamo cattive intenzioni che si realizzano grazie a particolari poteri magaci. (membra staccate dal corpo con attività indipendente) Una forma di perturbante più diffusa si superstizione è il malocchio ( chi possiede qualcosa di prezioso e perituro e teme l’invidia del prossimo, in quanto proietta sugli altri l’invidia che proverebbe se si trovasse nei loro panni- si teme quindi un’intenzione segreta di nuocere);

·       Complessi infantili
Complesso dell’evirazione (castrazione) =danno agli occhi
Vita uterina = venir seppelliti vivi
Solitudine e oscurità .

Qualcosa è perturbante quindi quando complessi infantili rimossi sono chiamati in vita (esame della realtà psichica-non si è smesso di credere nella realtà del contenuto) o quando convinzioni primitive superate sembrano aver trovato una nuova convalida (esame della realtà materiale).

domenica 5 maggio 2013

FREUD 
(1856-1939)



Rivoluzione psicanalitica

L'inconscio
Prima di Freud si riteneva che la «psiche» si identificasse con la coscienza. Freud afferma invece che la maggior parte della vita mentale si svolga fuori dalla coscienza e che l'inconscio costituisce la realtà abissale primaria di cui il conscio (simile alla punta di un iceberg) è solo la manifestazione visibile. L'inconscio diventa nella psicanalisi il punto di vista privilegiato da cui osservare l'uomo. Freud divide l'inconscio in due zone: il «preconscio» che comprende l'insieme dei ricordi che, pur essendo momentaneamente inconsci, possono essere resi consci attraverso uno sforzo d'attenzione; il «rimosso» in cui si trovano gli elementi psichici stabilmente inconsci. 


Associazioni libere

Per recuperare il rimosso, e quindi accedere all'inconscio, Freud prova all'inizio ad usare l'ipnosi e in seguito l'utilizzo del metodo delle «associazioni libere» in cui permettere al paziente di abbandonarsi al corso dei propri pensieri, facendo sì che tra le varie parole da lui pronunciate si instaurino delle catene associative collegate con il materiale rimosso che si vuole portare alla luce.


Transfert
Il transfert consiste nel trasferimento, sulla persona del medico, stati d'animo ambivalenti(di amore e di odio) vissuti dall'individuo nei confronti delle figure genitoriali. Il transfert implica un attaccamento amoroso verso il medico che si traduce in un desiderio di guadagnare l'approvazione e può fungere da condizione preliminare del successo dell'analisi. 
Topica
La topica è lo studio dei tòpoi (luoghi) della psiche. Freud ha elaborato due topiche: la prima si distingue in tre sistemi il conscio, il preconscio e l'inconscio; la seconda si distingue in tre «istanze» l'Es, l'Io e il Super-io.


Es

L'Es è il polo pulsionale e inconscio della nostra psiche, «il polo pulsionale della personalità» ovvero la forza impersonale e caotica che costituisce la matrice originaria della nostra psiche, non conosce «nè bene,nè il male, nè la moralità» ma obbedisce solamente al «principio di piacere».


Super-io
Il Super-io è ciò che comunemente si chiama coscienza morale, ovvero l'insieme delle proibizioni instillate all'uomo nei primi anni di vita e che poi lo accompagnano sempre anche in forma inconsapevole. Si configura come il «successore e rappresentante dei genitori ed educatori".


Io

L'Io è la parte organizzata della personalità che si trova dover fare i conti con le esigenze e la pressioni dell'Es , del Super-io e del mondo esterno. L'Io eil Super-io non coincidono totalmente con il sistema conscio-preconscio, in quanto una parte di essi partecipa al sistema dell'inconscio.
Il rapporto tra l'Io, l'Es e il Super-io determina secondo Freud la normalità o la nevrosi di una persona. 


Sogni

I sogni sono «l'appagamento (camuffato) di un desiderio (rimosso)" in quanto «in ogni sogno un desiderio istintuale viene presentato come appagato". Il contenuto manifesto dei sogni è nient'altro che la forma travestita, per effetto della censura, in cui si esprimono i desideri latenti.

Atti mancati

Gli atti mancati sono quelli nei quali il risultato esplicitamente perseguito non è raggiunto, ma viene sostituito da un altro.


Lapsus
I lapsus derivano da una sorta di compromesso tra l'intenzione cosciente del soggetto e determinati pensieri inconsci che agiscono sulla psiche.

Nevrosi
La nevrosi è uno squilibrio che deriva da un conflitto fra l’Io e il suo Es.

Sublimazione
La sublimazione è il trasferimento di una carica originariamente sessuale su oggetti non sessuali.

Perversione
La perversione che “ha rinunciato  al fine riproduttivo e persegue il conseguimento del piacere come fine indipendente”.

Libido
Complesso
Il complesso è un insieme di rappresentazioni e di ricordi datati di forte carica emotiva. Nonostante siano prevalentemente inconsci, i complessi disturbano la condotta e la vita cosciente degli individui, condizionando negativamente la loro personalità.

Complesso edipico
Il complesso edipico gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della nevrosi ed è l’attaccamento libidico verso il genitore dello stesso sesso.


lunedì 29 aprile 2013

BERGSON(1859-1941)




Lo spiritualismo
Lo spiritualismo è una corrente filosofica che si pone come compito la descrizione e la spiegazione dei dati della coscienza oggetto d’indagine è l’interiorità dell’uomo) e che insiste sul primato dello spirito rispetto alla materia.

La durata reale
Bergson fa una distinzione tra il tempo della vita e il tempo della scienza. Il tempo della scienza è fatto di istanti differenti solo quantitativamente, mentre quello della vita si differenziano anche qualitativamente (breve lasso di tempo può sembrare un eternità); è reversibile(un esperimento può essere ripetuto un numero infinito di volte), mentre il tempo della psiche è fatto di momenti irripetibili; infine il tempo della fisica è fatto di momenti distinti l’uno dall’altro, mentre il tempo dell’esistenza è costituita da momenti che si compenetrano e si sommano tra loro. In conclusione: il tempo fisico è astratto, esteriore e spazializzato (quantitativo e omogeneo, reversibile, discontinuo), mentre il tempo della vita è concreto, interiore e si identifica con la durata del reale (qualitativo ed eterogeneo, irreversibile, continuo).
La memoria, il ricordo e la percezione
Secondo Bergson la memoria pura è la coscienza stessa e si identifica con il nostro passato; il ricordo- immagine è la materializzazione operata dal nostro cervello di un evento passato e avviene soltanto in caso il ricordo ci serva all’azione e viene scelto dalla percezione che agisce come filtro selettivo dei dati.

Lo slancio vitale
Lo slancio vitale è la coscienza stessa intesa come durata reale, cioè intesa come una grande corrente(libera e imprevedibile) che penetra la materia( che è pura necessità), la domina e introduce in essa l’istinto e l’intelligenza.

L’istinto
L’istinto è per Bergson la facoltà di costruire e organizzare strumenti organizzati(organi corporei).

L’intelligenza
L’intelligenza la definisce come la facoltà di fabbricare strumenti artificiali ed è la prerogativa specifica dell’uomo che, prima di essere homo sapiens è homo faber. L’intelligenza si trova a proprio agio solo con la materia inorganica, solida tuttavia non si separa mai definitivamente dall’istinto, rimanendone legata grazie all’intuizione.

L’intuizione
L’intuizione è un ritorno consapevole dell’intelligenza all’istinto, il rapporto immediato o diretto con la realtà assoluta , ossia con la durata della coscienza o con lo slancio creativo della vita. L’intuizione è quindi un istinto divenuto disinteressato, consapevole di se stesso, capace di riflettere sul suo oggetto e di estenderlo indefinitamente. Un esempio dimostrato dall’uomo è quello dell’intuizione estetica che dà luogo all’arte (è diretta soltanto ad una realtà particolare), mentre la metafisica ha come oggetto la vita in generale (la sua ricerca sarà propriamente filosofica e costituirà l’organo adatto per la comprensione della vita).

Società chiuse o aperte
Le società chiuse sono le società statiche , nelle quali l’individuo agisce unicamente come parte del tutto e quindi con un margine ridotto di libertà e iniziativa, dove domina la morale dell’obbligazione( fondata su abitudini e  modi di vita che garantiscono la solidità del gruppo). Le società aperte sono dinamiche, nelle quali continua lo sforzo creativo della vita dove domina la morale assoluta (che guarda non ad un gruppo determinato ma all’umanità intera).

Religione statica e dinamica
La religione statica è quella che si fonda sulla funzione fabulatrice e mitopoietica(creatrice di miti), ossia quella che tenta di fungere da riparo o salvezza nei confronti dei pericoli della vita. La religione dinamica è quella che si basa sul misticismo e che si inserisce nello slancio creativo della vita , in vista di un «amore universale e attivo». L'amore si configura infatti come l'energia creatrice più alta, come il traguardo stesso dell'universo, concepito come macchina destinata a generare delle divinità.